Addio a Raphaël Géminiani: prese la malaria con Coppi ma lui si salvò

Raphael Geminiani aveva origini romagnole, di Lugo. Aveva 99 anni
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È morto a 99 anni Raphaël Géminiani. Amico fraterno di Fausto Coppi, era con lui in Africa in quell’ultimo viaggio che costò la vita a Fausto. Presero la malaria, Gem andò anche in coma. Ma i francesi capirono che cos’era e lo curarono col chinino. Chiamarono all’ospedale di Tortona, ma i medici italiani furono sprezzanti: «Sappiamo come curare Coppi». Quando Gem uscì dal coma, seppe che Fausto era già stato seppellito e pianse per giorni.

Di origini romagnole, i suoi avevano lasciato Lugo quando i fascisti nel 1923 avevano incendiato la loro casa, Raphaël era nato il 12 giugno 1925 a Clermont-Ferrand (Puy-de-Dôme). Professionista dal 1946 al 1960, vinse sette tappe del Tour de France, classificandosi secondo nel 1951 e terzo nel 1958. Campione di Francia nel 1953, si distinse soprattutto nelle corse a tappe, ed è tra i corridori che hanno indossato la maglia di leader sulla tre grandi Giri.

Inizialmente giocatore di rugby, Raphaël Géminiani lavorò nell’officina di biciclette del padre per poi seguire le orme del fratello maggiore Angelo, anche lui ciclista. Si mise in mostra vincendo il Premier pas Dunlop nel 1943 e passò al professionismo tre anni dopo con la squadra Métropole-Dunlop diretta da Romain Bellenger. Partecipò al suo primo Tour de France nel 1947.

Eccellente scalatore, Raphaël Géminiani vinse il Gran Premio della Montagna del Tour de France nel 1951 e quello del Giro d’Italia nel 1952 e nel 1957. Fedele compagno di squadra, fu un punto fermo della squadra francese negli anni ’50 e accompagnò Louison Bobet nei suoi tre Tour de France vittoriosi tra il 1953 e il 1955. Alla fine della sua carriera, divenne direttore sportivo e condusse Jacques Anquetil alla vittoria del Tour.

Conosciuto per la sua aggressività e la sua tenacia sulla bici, Raphaël Géminiani fu soprattutto un instancabile attaccante, e le sue ripetute accelerazioni gli valsero il soprannome di “Grand Fusil” attribuitogli da Louison Bobet. Personaggio colorito e loquace, i suoi contemporanei gli trasmisero uno spiccato senso dell’amicizia, ma gli fu riconosciuto anche il senso degli affari: come Fiorenzo Magni in Italia, Géminiani fu il primo a introdurre la pubblicità extra-sportiva nel ciclismo francese associandone il nome con quello del marchio di aperitivi Saint-Raphaël per fondare la squadra Saint-Raphaël nel 1954.

Non sapeva l’italiano, ma parlava bene il dialetto romagnolo, la sua lingua madre. Da qualche anno viveva in una casa di riposo, ma era molto lucido. Pochi giorni fa Philippe Brunel gli aveva fatto una splendida intervista, uscita su Le Monde.