Tour de France, Pogacar polverizza record sul Galibier

L'attacco decisivo di Pogacar sul Galibier gli ha ridato la maglia gialla (Foto A.S.O. Charly Lopez)
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Poga-Shark colpisce ancora. Tadej Pogacar ha lasciato il segno sulla quarta tappa del Tour de France non solo vincendola, ma stabilendo anche nuovi, pazzeschi record. I 2.600 metri d’altezza del mitico Galibier non hanno spaventato lo scalatore sloveno, che se li è divorati in un sol boccone – accompagnato fino al termine (o quasi) della salita dalla sua straordinaria UAE Emirates – e ha dato spettacolo anche in discesa, toccando velocità inconcepibili.

In un ciclismo fatto sempre più di numeri, un corridore come Pogacar fa sorridere gli appassionati con le sue imprese. Ieri, il venticinquenne da Komenda ha scalato l’iconico Galibier come nessun altro aveva mai fatto prima: ha raggiunto la vetta in poco meno di 21 minuti (20’46”), percorrendo gli 8,1 chilometri (con pendenza media del 7%) a una media di 24,85 km/h. Se consideriamo i tempi di coloro che hanno toccato almeno i 21km/h in passato, troviamo nomi importanti: Tadej ha fatto meglio di Nairo Quintana, che nel 2019 arrivò in cima in 22’23” (23 km/h); meglio di Franch Schleck (professionista dal 2003 al 2016, puro scalatore capace di vincere in carriera l’Amstel Gold Race, il Tour de Suisse e due tappe al Tour de France), che nel 2011 chiuse la salita in 23 minuti e 34″ (21.86km/h). Ma c’è un dato ancora più impressionante, condiviso anche da altri corridori.

Il vincitore in carica del Giro d’Italia ha percorso gli ultimi 837 metri in due minuti e un secondo grazie alla velocità media di 24,90 km/h, nonostante la pendenza superiore al 10%. Jonas Vingegaard ci è andato molto vicino con i suoi due minuti e nove secondi (e una velocità media di 23,36 km/h), mentre Remco Evenepoel ci ha impiegato due minuti e quindici secondi superando i 22 km/h. E in discesa?

Pogacar ha fatto la differenza anche in discesa. Dopo aver scollinato con una decina di secondi di vantaggio, il divario è salito via via a 15, 20, 30 lungo il pendio lunghissimo e tecnico del Galibier: una picchiata costante di quasi 18 chilometri percorsi in modo pressoché perfetto, mentre dietro gli avversari perdevano terreno. Da solo, lo sloveno ha percorso la discesa a una media oraria di 63,7 chilometri toccando picchi di 89 km/h. Strabiliante.