È rammaricato Davide Ballerini, ottavo e primo italiano all’arrivo, mentre è immerso in una vasca ghiacciata per recuperare dalle fatiche del giorno.
Davide, raccontaci la tua volata.
«Cosa vuoi che ti dica, sono dispiaciuto per com’è andata perché è andata male, bisogna essere onesti. Io dell’ottavo posto di oggi non me ne faccio niente».
Vi siete persi quando al traguardo mancavano ancora diversi chilometri, giusto?
«Tra i dieci e i quindici. Io ero al comando del nostro treno, poi li ho persi nelle rotonde e non sono più risaliti. Poi c’è stata la caduta».
Che non ti ha influenzato, giusto?
«L’ho sentita a malapena, me l’hanno comunicata via radio. Poi mi hanno detto di fare la volata e io ci ho provato, limando il più possibile».
Hai qualche rimpianto?
«No, mi sono buttato a destra perché mi sembrava giusto così, poi mi sono ritrovato chiuso e mi è saltata per due volte la catena. Più di così non potevo fare».
Girmay e Gaviria te li aspettavi?
«Sinceramente sì, perché i velocisti puri hanno sofferto le prime due tappe e potevano avere le gambe impiombate. Peccato, perché secondo me oggi Mark poteva davvero scrivere la storia».
