Tour de France, Bardet: «Non sentivo la pressione, sorridevo, mai successo»

Sul traguardo l'omaggio di Romain Bardet al suo gregario van den Broucke
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È un delirio: chi ride, chi piange, non si sa da che parte guardare. Mentre Romain Bardet urla di felicità per la prima maglia della sua carriera, a quasi 34 anni, all’ultimo Tour de France, la felicità di una strategia perfettamente riuscita contagia tutti nel clan del team Dsm-Firmenich Postnl. Grande emozione per Warren Barguil, compagno di squadra di Bardet: “Sono super emozionato per Romain, è una vittoria di squadra! Abbiamo fatto davvero il lavoro all’inizio della gara, volevamo davvero avere qualcuno davanti. Frank è stato davvero forte.”

“Non era premeditata – dice la maglia gialla, e gli perdoniamo anche una piccola bugia – Volevo andare in fuga fin dalla mattina. Mi sono allenato molto per il caldo (e questo fa già una prima differenza con tutti quei corridori, tanti, che hanno sofferto troppo il calore, ndr). Abbiamo fatto una mossa incredibile con Frank, gli devo un ringraziamento enorme”. Vero. Van den Broek, che al contrario del suo capitano era alla prima tappa del suo primo Tour, ha corso da veterano consumato, e se domani Bardet partirà da Cesenatico in giallo lo deve anche al suo giovane compagno.

«Un finale da sogno – ha detto Romain, commosso – Era uno degli obiettivi della mia carriera indossare un giorno la maglia gialla”. Bardet racconta così l’emozione di indossare il simbolo del primato del Tour de France al termine della prima tappa, la Firenze-Rimini, resistendo al ritorno del gruppo sul lungomare. “E’ la prima volta – ha detto il francese – che ho cominciato il Tour sorridendo e non divorato dalla pressione. Sapevo di dover soffrire, conoscevo bene le ultime salite, non avevo niente da perdere. Mi sentivo bene oggi. Non ho parole, Frank avrebbe meritato anche più di me. Alla fine avevamo anche il vento contro. È stato incredibile”.