Itaca: l’endurance di Cipollini, ma con tanto carattere

La vista laterale della Itaca, progetto tutto nuovo del brand Cipollini
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Si chiama Itaca ed è la bici che mancava nel catalogo Cipollini. E’ nata per le lunghe distanze e con questo nome non poteva essere altrimenti. Itaca è la patria in cui Ulisse torna dopo il suo lungo viaggio, narrato nell’Odissea di Omero. E allora, anche noi con un lungo viaggio (ma non come quello di Ulisse, tranquilli) proviamo a svelarvi un po’ di dettagli di questa bicicletta che è una novità assoluta. Ci abbiamo pedalato durante uno short test di presentazione, per un paio d’ore. È la bici che porta il brand nel settore delle “endurance”. Ma è pur sempre una Cipollini e ve lo spiegheremo nell’articolo.

Tecnologia TCM, un marchio di fabbrica Cipollini

Linee dritte, sezioni abbondanti e profili spigolosi. E una costruzione unica denominata TCM, ovvero True Carbon Monocoque. Pesa 970 grammi in taglia M. In pratica il telaio non è costituito da due gusci e parti incollate tra loro, ma viene realizzato in un unico ciclo di lavorazione in autoclave, senza punti di incollaggio. Questo processo dà come risultato un frame leggerissimo e senza punti di criticità causati dall’abbondanza di resina per far aderire tra loro le pelli di carbonio. La fibra utilizzata è una T1000 e la finitura superficiale è un’elegante 3K.
Gli ingegneri Cipollini hanno scelto di lasciare la fibra a vista proprio per far vedere a chi corre su una Cipollini qual è la qualità del carbonio utilizzato e il processo di layup delle pelli di composito. la scatola del movimento è di tipo Press Fit (41×86,5 millimetri).

Le forme dei tubi sono molto particolari. L’orizzontale risulta molto schiacciato e con una faccia superiore quasi piatta. Il piantone è “semi” aerodinamico, con profilo tronco al posteriore e segue la forma della ruota posteriore avvicinandosi alla scatola dello sterzo.
Forma davvero originale per l’obliquo, massiccio in basso e squadrato nella parte alta. La nervatura che si vede non è soltanto un vezzo estetico (per intenderci, dove si trova il nome del brand) ma ha anche la funzione di rendere la zona molto più rigida lateralmente. L’Itaca, infatti, dai test effettuati in casa Cipollini, resta una bici comoda, ma possiede la stessa rigidità laterale della Dolomia, il modello “da salita” del brand, da cui prende in prestito alcune forme.

Altre due nervature, che riprendono la linea di orizzontale e obliquo, le troviamo sul tubo di sterzo, di forma tonda e perfettamente integrato con la testa della forcella, a steli dritti. Guardando al posteriore, invece, ci ha colpito l’innesto dei pendenti verticali, molto ribassato sul piantone, che nel punto di innesto formano una piccola curva. Particolari i foderi orizzontali, asimmetrici. Arcuato quello del lato catena, per compensare il “tiro”, più lineare quello di sinistra, ma entrambi molto sottili.

Geometria comoda: Itaca è nata per le lunghe distanze

Veniamo alla geometria e soprattutto paragoniamola con uno dei modelli di punta di Cipollini al quale maggiormente questa Itaca si ispira, ovvero la Dolomia. Considerando una taglia M, quella intermedia delle 5 disponibili, Itaca risulta più corta di due millimetri (382 contro 384) se consideriamo il “reach” (ovvero la distanza tra movimento centrale e sterzo, considerando i piani verticali). Per quanto riguarda lo “stack” (la distanza tra movimento centrale e sterzo, ma considerando i piani orizzontali) Itaca è più alta di 28 millimetri (567 contro 539). Ovviamente la risultante è anche un tubo di sterzo più esteso: sempre considerando una taglia media, questo risulta infatti 14 millimetri più lungo.

TagliaStackReachTubo sterzoAngolo sterzoTubo piantoneAngolo piantoneTubo orizzontale
XS522
(507)
367
(367)
104
(108)
71,3°
(70,8°)
435
(429)
74,7°
(74,7°)
510
(506)
S541
(524)
375
(377)
122
(124)
71,8°
(71,4°)
452
(450)
74,2°
(74,3°)
528
(524)
M567
(539)
382
(384)
150
(136)
72,3°
(72,2)
477
(479)
73,7°
(73,9°)
548
(539)
L590
(560)
390
(397)
174
(159)
72,3°
(72,7°)
497
(514)
73,7°
(73,4°)
563
(564)
XL615
(585)
400
(403)
202
(184)
72,5°
(73,3°)
530
(549)
73,2°
(73,2°)
586
(611)
Nella tabella, la differenza di quote (in millimetri) tra la Cipollini Itaca e la Cipollini Dolomia (in grassetto).

Rispetto alla Dolomia cambia anche la lunghezza del carro posteriore, che passa da 410 a 415 millimetri. Quindi, una bici più alta e un pelo più corta, a tutto vantaggio di una guida non estrema e più rilassata, con un carro più comodo, ma non per questo “morbido”.

Capitolo angoli. Per il piantone non subiscono grandi variazioni a vanno dai 74,7 gradi di una Xs ai 72,5 della Xl. La modifica dello “stack” ha consentito ai tecnici Cipollini di ridurre anche la “forchetta” dell’angolo dello sterzo, che varia da 71,5 a 72,5 gradi, questo grazie anche ai 3 millimetri in più di off-set della forcella, che sulla Itaca è di 48 millimetri.

La fibra di lino, una vera rivoluzione

Durante il nostro short test, guardando attentamente il telaio, ci ha colpito un dettaglio sul reggisella che però chi acquisterà Itaca non potrà notare e vi spieghiamo il perché. Non parliamo della forma, con profilo tronco al posteriore e un’ampia asola in alto per il fissaggio della sella, ma del fatto che alcuni reggisella presentavano una fascia più chiara al centro, lasciata a vista per permettere di capire di cosa si trattasse. Era una pelle di fibra di lino, un tessuto molto leggero e con caratteristiche simili a quelle del carbonio, ma con spiccate capacità di ridurre le vibrazioni.

Ricordate il telaio Museeuw MFXX presentato circa 15 anni fa? In quell’occasione la fibra di lino si trovava all’interno del carbonio, su quasi tutto il frame. In Cipollini invece è stata utilizzata ad hoc, soltanto sul reggisella.

La fibra di lino è stata posizionata, dopo molti test, a sandwich tra gli strati di carbonio (ecco perché non sarà visibile nei telai di serie) e la sua funzione strutturale ce l’ha spiegata l’ingegnere Michele Tittonel, coordinatore del reparto Ricerca & Sviluppo di Cipollini.

«Posizionata in questo modo la fibra di lino – ha detto Tittonel – ci ha permesso di mantenere inalterata la rigidità laterale del reggisella, andando a lavorare su altro. Non volevamo un componente “morbido”, ma soltanto in grado di attutire le vibrazioni verticali, senza alterarne la rigidità. Questa soluzione permette al nuovo reggisella di attutire le vibrazioni del 19,2 per cento rispetto alla RB1K The One. Su strada si sente eccome».

Tre chicche: pinze senza adattatori, tire clearance e tasca “nascosta”

Altri tre particolari che ci hanno colpito riguardano la forcella e il passaggio ruota.
Itaca possiede un tire clearance di 40 millimetri (misurato) che permette di utilizzare pneumatici con sezione molto larga. Cipollini consiglia l’utilizzo con gomme da 32 millimetri e non a caso di serie la bici esce con questo allestimento, una scelta votata alla comodità di marcia, che torna utile anche quando si decide di affrontare uno sterrato “leggero”.

Un altro particolare riguarda l’attacco della pinza anteriore. E’ stato scelto di eliminare tutti gli adattatori di alluminio e dotare Itaca di un attacco diretto delle pinze, che per dischi da 160 millimetri possono essere montate senza distanziatori. Il fissaggio della pinza avviene dalla parte anteriore e le viti sono coperte da una cover di carbonio, molto elegante e realizzata con una fibra differente.

Non è presente nessuna boccola di alluminio, per non pregiudicare il processo di compattazione in autoclave delle pelli di carbonio. Una volta realizzata la forcella, infatti, lo stelo viene forato con un particolare macchinario che consente di salvaguardare la fibra e mantenere inalterate le sue caratteristiche strutturali.

Terzo particolare, la tasca nascosta. Sul tubo obliquo, appena dietro al portaborraccia, è presente una tasca con all’interno un astuccio marchiato MCipollini in cui riporre utensili, una mini pompa e una camera d’aria da portarsi dietro in caso di necessità. La tasca è coperta da una cover in carbonio, con una trama differente (come per la cover della pinza) che la rende subito individuabile. La chiusura è magnetica, molto pratica. All’inizio ci è sembrata poco “stabile” alle alte velocità, invece durante la pedalata abbiamo potuto testare che la chiusura è sempre ben salda. Anche in caso di sconnessioni evidenti del terreno, si mantiene sempre ben aderente e silenziosa. Il tessuto dell’astuccio è di ottima fattura ed evita vibrazioni del contenuto. Ottima soluzione, che identifica l’animo endurance di questo telaio.

Tre allestimenti più il kit telaio

Veniamo ai montaggi. La Cipollini Itaca sarà subito disponibile con tre tipologie di allestimento e tre fasce di prezzo. Il più “prezioso” è quello su cui abbiamo pedalato, con gruppo Shimano Dura Ace e ruote in carbonio Campagnolo Bora Two 45. Parliamo di un allestimento top, che fa segnare un prezzo di circa 12.900 euro. Il montaggio intermedio sarà invece con il gruppo Shimano Ultegra e ruote Fulcrum Airbeat 400, anche queste in fibra di carbonio. L’allestimento d’entrata è invece quello con ruote in alluminio Fulcrum Rapid Red 500 e gruppo Sram Rival Axs. A disposizione anche il kit telaio (con forcella e reggisella) fornito a 4.600 euro.

La bici è già disponibile e si può scegliere tra tre colorazioni che vedete nelle foto di questo articolo: argento-nero (l’unica con logo iridescente), nero-bronzo e nero-verde, tutti con dettagli di carbonio a vista. A disposizione ci saranno anche colori dedicati che potrete scegliere tramite il configuratore del sito. Per questa opzione è prevista una maggiorazione di 500 euro e i tempi di realizzazione, dall’accettazione del progetto, sono di circa 60 giorni.

Ecco in sintesi cosa ci è piaciuto

  • Comfort di marcia: è altissimo, a qualsiasi velocità. E’ la bici che mancava nella gamma Cipollini.
  • Passaggio ruota da 40 millimetri: il passaggio ruota è super abbondante, fino a 40 millimetri, ma a occhio anche superiore. Ottima scelta per una bici moderna e dai molteplici utilizzi.
  • Comoda, ma mai morbida: comodità non vuol dire scarsa reattività. Itaca è sempre pronta alla accelerazioni, soprattutto in salita.
  • Tasca portaoggetti: ottima l’idea di inserire una tasca portaoggetti nell’obliquo, appena dietro il portaborraccia. Non è di grande capienza, ma ci sta tutto il necessario. Elegante anche l’astuccio, che evita rumori molesti e vibrazioni
  • Fibra a vista: Difficile al giorno d’oggi trovare telai che lasciano il carbonio a vista, una scelta che abbiamo apprezzato. Saremo un po’ retrò, ma vedere la trama fa sempre un bell’effetto, anche psicologico.
  • Compatta ma bella da vedere: nonostante il tubo di sterzo più alto, lo sloping della Itaca non è eccessivo. Questo permette, anche ai ciclisti più bassi, di avere una bici snella e molto bella esteticamente.

E cosa invece si può migliorare…

  • Montaggi: tre allestimenti forse sono un po’ pochi, ma magari nel prossimo futuro ne arriveranno altri.
  • Possibilità di avere borse abbinate: è una bici per lunghe distanza, perfetta per i viaggi. Avremmo apprezzato anche la possibilità di acquistarla in kit con delle borse da bikepacking leggero, per un viaggio di pochi giorni.
  • Manubrio top di gamma, ma un po’ in controtendenza: la versione top della Itaca che abbiamo provato viene fornita di serie con il manubrio integrato Alanera Carbon di Deda Elementi. Si tratta di una delle curve integrate più conosciute e apprezzate ed è un prodotto di riferimento per peso e rigidità. Forse però, un po’ controtendenza con lo spirito di questa endurance.

Le nostre sensazioni

«Prima provatela, poi ve la spiegheremo…».
È stata questa la prima dichiarazione degli ingegneri Cipollini alla presentazione della nuova Itaca e l’approccio ci è piaciuto molto. Ci siamo fatti un’idea della bicicletta pedalando, senza conoscerne le caratteristiche e i dettagli, quindi senza essere influenzati da questi concetti. Si è trattato di uno short test e magari prossimamente ne realizzeremo uno di lunga durata, ma è comunque bastato per farci un’idea della bici. Per quanto possibile abbiamo cercato di mettere alla prova questa bici sia in salita, negli scatti, che in fase di frenata.

Abbiamo parlato molto del comfort, ma la Itaca non è soltanto questo. E’ una bici comoda, sì, ma è pur sempre una bici Cipollini. Pronta nei rilanci, rigida quando serve, scorbutica al punto giusto nei cambi di direzione, caratteristica che ai ciclisti piace eccome. È comoda sulle lunghe distanze e pronta in rilancio, grazie ai foderi verticali molto corti che le donano un’elevata rigidità laterale sul posteriore. La posizione di guida è più alta rispetto alla Dolomia e permette una posizione del ciclista più allungata, ma che comunque non non va a influire sul baricentro della bici. Se amate pedalare con le mani sulla parte bassa della curva, con Itaca potete farlo senza per forza andare a sovraccaricare la schiena.

Quando ci si alza sui pedali la maneggevolezza si sente eccome, merito anche della leggerezza della bici, che nell’allestimento top è sotto il sette chili (senza pedali). La forcella è precisa in inserimento, mai nervosa, e ogni possibile sbavatura può essere corretta per la massima sicurezza di guida. Certo, le gomme da 32 millimetri aiutano molto in tanti aspetti, quindi ci piacerebbe provarla anche con degli pneumatici da 28 millimetri, per capire se Itaca ha anche un’anima racing che non abbiamo potuto apprezzare.
Restate sintonizzati…

Ulteriori informazioni:
www.mcipollini.com
info@mcipollini.it