Giro d’Italia, Pellizzari: «Quando ho visto Pogacar ho pensato: Bastardo, ancora. È il migliore di sempre»

L'abbraccio tra Tadej Pogacar e Giulio Pellizzari che stringe in mano la maglia e gli occhiali rosa appena ricevuti
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Questa volta di Giulio Pellizzari non vogliamo raccontare la corsa, ma il dopo tappa di un corridore che ci è sicuramente apparso come sognavamo, ma forse non come ci aspettavamo. Aggressivo, affamato di quella salita che da scalatore puro ha affrontato stringendo i denti – e vedendosi arrivare da dietro una pantera rosa che gli ha fatto dire nella mente «Bastardo, ancora».

Respira profondo, guarda il tesoro che ha tra le mani (una magliettina di lycra e un paio d’occhiali, entrambi rosa ed entrambi di Pogacar). Glieli ha dati sì e no un minuto fa insieme ad un abbraccio stretto e fraterno. Stringe tra le dita quella maglia come se fosse preziosissima ed effettivamente lo è, vale più della vittoria che ha mancato. Poi si mette una mano sul cuore e si emoziona. Lascia che una transenna sorregga il suo peso: sarà anche stanco perché appena è arrivato in cima alla salita non ha fatto altro che andare a cercare Pogacar, senza darsi il tempo di riprendersi.

«Ieri mio fratello mi ha detto “trova il modo di prendere gli occhiali di Pogacar”, così sono andato da lui e glieli ho chiesti. Mi ha dato anche la maglia. Auguro a Tadej tutto il meglio, è un grande, è il migliore della storia».

Per Pellizzari è quasi un miracolo questa tappa: «Solo cinque giorni fa ero più a casa che al Giro. All’undicesima tappa ho chiamato Massimiliano Gentili e gli ho detto “io torno a casa”, ma lui mi ha insegnato a non mollare e questo risultato è per lui. Avevo tosse, raffreddore e mal di gola. Grazie alla mia famiglia, a Massimiliano Gentili e a Leonardo Piepoli sono riuscito a rimanere in corsa e oggi ho vissuto una giornata bellissima».

QUI per vedere il video della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè di Giulio Pellizzari dopo aver ricevuto il regalo di Pogacar.