Giro d’Italia, le salite di oggi: dal Mortirolo al Mottolino

Mortirolo
Giulio Ciccone in azione sul Mortirolo (foto: Sunada)
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Il Giro d’Italia 2024 abbatte oggi per la prima volta la soglia dei 2000 metri con la scalata dei passi Foscagno ed Eira e con l’arrivo inedito a Livigno-Mottolino. Il tappone alpino che parte da Manerba del Garda presenta un incessante crescendo di salite. In programma anche il Mortirolo, ma dal lato più tenero.

LODRINO – La prima difficoltà altimetrica della Manerba del Garda-Livigno  è quella del Lodrino, un valico minore posto tra la Valsabbia e la Valtrompia. La Sella di Lodrino è stata affrontata tre volte nella storia del Giro d’Italia. Il debutto avvenne nel 2006, nella fase iniziale della tappa Rovato-Monte Bondone, La salita venne presa da Gardone Valtrompia e a transitare in testa fu il colombiano Miguel Ángel Rubiano. Nel 2007 il passaggio sul Lodrino, scalato subito dopo il via, non venne considerato valido per il Gran premio della montagna. Era la giornata conclusiva del Giro vinto da Danilo Di Luca e a Milano s’impose in volata Alessandro Petacchi, che venne però successivamente squalificato dal TAS per la vicenda del salbutamolo e il successo di tappa passò all’argentino Ariel Richeze. Nel 2018 il Lodrino fu affrontato dal versante di Vestone e vide passare per primo il francese Alexandre Geniez. La tappa si concludeva ad Iseo e fu vinta allo sprint da Elia Viviani.

COLLE DI SAN ZENO – Sarà la prima assoluta del Colle di San Zeno, mai affrontato dal Giro d’Italia. Verrà scalato dal versante della Valtrompia con discesa attraverso la Val Palot.

PASSO DEL MORTIROLO – Quello di quest’anno è il sedicesimo passaggio del Giro d’Italia sul Passo del Mortirolo. Si salirà per la quarta volta dalla Valcamonica, un versante meno ripido e meno temuto di quello della Valtellina, che è stato invece affrontato 11 volte, anzi 12 se si considera, oltre a Mazzo,  anche quello di Tovo di Sant’Agata, che fece una fugace apparizione in una sola edizione della corsa rosa.

È stato il venezuelano Leonardo Sierra ad inaugurare 34 anni fa i passaggi sul Mortirolo. Era il 1990 (tappa Moena-Aprica) e si saliva proprio dalla Valcamonica, versante di Monno. Il battistrada aveva un buon vantaggio sugli inseguitori, ma nella ripidissima discesa verso la Valtellina finì due volte a terra per aver sbagliato due curve. Perse parecchio, ma ad Aprica riuscì a conservare 52” su Alberto Volpi e 1’26” sul francese Boyer. La maglia rosa Bugno fu 4° a 2’10”.

Solo nell’edizione successiva del Giro il patron Torriani sceglie il terribile versante di Mazzo. La maglia rosa Franco Chioccioli domina la tappa Morbegno-Aprica staccando tutti sul Mortirolo, incrementando il proprio vantaggio sul Valico di Santa Cristina ed imponendosi con 32” di vantaggio sulla coppia francese Bernard-Boyer.

Marco Pantani esplode sul Passo del Mortirolo nel 1994. E’ protagonista indiscusso nel tappone alpino che comprende anche Stelvio e Santa Cristina e al termine di un memorabile exploit trionfa con oltre 2 minuti sui primi inseguitori (Indurain a 3’30”, la maglia rosa Berzin a 4’, Bugno addirittura a 6’) e compie un bel balzo in classifica, passando dal 6° al 2° posto.  

Ivan Gotti è il primo nella storia a passare per due volte in testa sul Mortirolo. Svetta al comando nel 1996 davanti a Tonkov e Ugrumov e si ripete tre anni dopo. Il Mortirolo nel 1999 viene affrontato nella tappa Madonna di Campiglio-Aprica a poche ore dall’esclusione dal Giro d’Italia di Marco Pantani, che deve lasciare la corsa per ematocrito superiore al 50%. La maglia rosa che il Pirata vestiva sino alla sera prima passa sulle spalle di Ivan Gotti, che all’Aprica si piazza terzo dietro allo spagnolo Heras e a Simoni. Gotti avrebbe sfiorato la tripletta sul Mortirolo se nel 1997 (tappa Malè-Edolo) non avesse trovato Vladimir Belli a precederlo di poco al GPM.

La doppietta riesce anche ad Ivan Basso. Il primo centro nel 2006. E’ la penultima tappa, la Trento-Aprica,e il varesino, già saldamente in maglia rosa, attacca sul Mortirolo e chiude definitivamente i conti, staccando di quasi 3 minuti il più temuto rivale, lo spagnolo Gutiérrez. Due anni prima (2004) il Mortirolo era stato affrontato nella parte iniziale della frazione che terminava al Passo della Presolana, dove Garzelli precedette Simoni, e a svettare in testa fu a sorpresa il napoletano Raffaele Illiano davanti al tedesco Wegmann. Nel Giro del 2008, vinto dallo spagnolo Contador, fu un suo gregario, il semisconosciuto Antonio Colom, a transitare in testa sul Mortirolo nel finale della tappa che si concludeva a Tirano, poi vinta da Emanuele Sella, in una giornata che registrò la clamorosa crisi di Di Luca, che perse 4 minuti da Contador. 

La doppietta Ivan Basso la completa nel 2010. Terzultima tappa, Brescia-Aprica. Il leader della Liquigas deve recuperare 2’27” alla maglia rosa Arroyo. Si scatena sul Mortirolo, dove transita in testa davanti al giovane Nibali, suo compagno di squadra. Lo spagnolo, già in pesante ritardo, perde 3 minuti e il simbolo del primato. Basso, il nuovo leader, è secondo ad Aprica preceduto in volata da Scarponi.

Nel 2012 il Passo del Mortirolo viene scalato dall’inedita mulattiera di Tovo Sant’Agata, che ha l’ultimo troncone in fondo cementato. La corsa non raggiunge il valico (m. 1852), perché il traguardo del GPM viene posto a quota 1718 metri, in corrispondenza del bivio per Grosio. Transita in testa lo svizzero Olivier Zaugg davanti al costaricano Amador. La 20ª tappa si conclude al Passo dello Stelvio, dove s’impone il belga De Gendt al termine di una lunga fuga solitaria.

Nel 2015 il Mortirolo è affrontato sotto una fitta nevicata. Al GPM la maglia rosa Contador è preceduto dall’olandese Kruijswijk, Aru è in giornata no e in vetta ha già un distacco di 1’50” dai primi. Al traguardo di Aprica sarà soltanto 7° con un ritardo di 2’51” dallo spagnolo Landa, che gli sottrarrà il secondo post in classifica. Contador, 3°, consolida il suo primato.

Nel 2017 viene riproposto il versante camuno del Mortirolo. La scalata si trasforma in un omaggio alla memoria di Michele Scarponi, tragicamente scomparso un mese prima. Il suo compagno di squadra all’Astana, lo spagnolo Luis León Sánchez, transita in testa e dedica un pensiero all’Aquila di Filottrano. Si scalano poi Stelvio ed Umbrailpass. Nel finale si avvantaggiano Nibali e Landa, con lo Squalo che a Bormio precede allo sprint il basco. La maglia rosa Dumoulin, in crisi per problemi intestinali, perde oltre 2 minuti ma salva per poco il simbolo del prinmato.

Nel 2019 si torna a salire dalla Valtellina, dal classico versante di Mazzo, in una giornata di pesante maltempo. Sul Mortirolo si scatena Giulio Ciccone, che al GPM precede Hirt e Caruso. A Ponte di Legno, traguardo della 16ª tappa l’abruzzese batte in volata il ceco. L’ecuadoriano Carapaz in maglia rosa, giunge a 1’41” nel sestetto comprendente anche Nibali (5°) e Landa (7°), mentre  Roglic e Simon Yates accusano 3 minuti di distacco.

L’olandese Bouwman ripete nel 2022 l’impresa del suo connazionale Kruijswijk (2015). E’ in lotta con Ciccone per la classifica del GPM e nel tappone Salò-Aprica, 4.900 metri di dislivello, è primo sul Mortirolo davanti al tedesco Kämna e al conterraneo Arensman. Nel finale il ceco Jan Hirt prende il volo e va vincere con 7” su Arensman e 1’24” sul gruppo dei migliori, regolato da Hindley. Nibali perde le ruote nel finale ed è 9° a 2’06”.

PASSO FOSCAGNO E PASSO D’EIRA – Il Giro di quest’anno affronta per due giorni consecutivi il Passo del Foscagno e il Passo d’Eira. A seguito della modifica apportata a tempo debito al percorso della tappa di oggi, al Mottolino non si arriverà attraverso la Forcola di Livigno ma dopo avere scalato i passi Mortirolo, Foscagno ed Eira. Al Passo d’Eira la corsa non scollinerà. Il valico sarà solo il punto in cui avrà inizio l’erta finale (meno di 2 chilometri) che porta all’inedito traguardo di Mottolino.

Il Passo del Foscagno è stato inserito poche volte nel percorso del Giro d’Italia. La sua prima apparizione nelle altimetrie della corsa rosa risale al 1972. Tappa Parabiago-Livigno. Lo spagnolo Fuente, ormai tagliato fuori dalla lotta per la maglia rosa, a caccia di punti per la classifica del Gran premio della montagna, si scatena nel finale della tappa, transitando in testa sia sul Foscagno che sull’Eira, ma nella breve discesa finale va in crisi ed è raggiunto e superato dagli inseguitori. S’impone Merckx, già maglia rosa, con 18” di vantaggio su un altro iberico, Galdòs, mentre Fuente scivola mestamente al quinto posto, con un distacco di oltre un minuto. 

Dopo oltre trent’anni di assenza, il Giro tornò sul Foscagno e sull’Eira nel 2005, ma l’Eira, benché fosse l’ultima difficoltà della tappa Egna-Livigno, non venne considerato valido per il GPM. Eppure fu lì che si scatenò la bagarre. Sul Foscagno era transitato in testa il colombiano Iván Parra con un enorme vantaggio sugli inseguitori. Sull’Eira, Simoni si rese protagonista di un violento attacco. Gli resistettero soltanto lo spagnolo Gárate e Di Luca. Savoldelli si staccò ma riuscì a salvare la maglia rosa perdendo soli 28” dal terzetto. Parra vinse indisturbato la tappa.

Nel 2010, nella penultima giornata del Giro, si correva la tappa Bormio-Tonale, che aveva arrivo in salita e, oltre ad Eira e Foscagno, prevedeva le scalate della Forcola di Livigno, all’inizio, e del Gavia, nel finale. Sull’Eira transitò in testa l’australiano Matthew Lloyd, sul Foscagno il laziale Stefano Pirazzi. La tappa venne poi vinta a sorpresa dallo svizzero Johann Tschopp, che precedette di 16” Cadel Evans e di 25” la maglia rosa Ivan Basso.

MOTTOLINO – Il Giro d’Italia è arrivato ai 1816 metri Livigno in due passate edizioni (1972 e 2005), ma sempre al termine di una discesa. E’ la prima volta che il traguardo viene posto al Mottolino (2385 metri), una skiarea posta a monte della frazione di Trepalle, che diventa in estate regno dei biker.