Giro d’Italia, Pellizzari: «Oggi voglio la fuga. Pogacar? Se avessi le sue gambe, vincerei tutti i giorni»

Giulio Pellizzari al Giro d'Italia 2024
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Otto giorni Giulio Pellizzari li aveva già corsi al Tour de l’Avenir dello scorso anno, vincendo addirittura l’ultima tappa e chiudendo secondo nella classifica generale. Quella di ieri, invece, è stata la sua prima cronometro tra i professionisti: 86° a 6’09” da Tadej Pogacar.

«Non ho spinto, si capisce, già pensavo alla tappa di oggi. Prati di Tivo è una salita che non conosco, ma sicuramente la tappa di oggi mi si addice. Io e Covili siamo i due uomini della Vf Group-Bardiani che devono centrare la fuga».

Ma Roberto Reverberi, il tuo direttore sportivo, teme che anche oggi la Uae voglia vincere.
«Sinceramente non sono così convinto. È l’unica squadra che può tenere chiusa la gara, ma ieri hanno spesso tante energie anche loro, penso a Pogacar e a Bjerg».

Qual è lo scenario ideale per te?
«Entrare nella fuga che si sgancerà sulla prima salita e trovare dei compagni collaborativi. Quanti minuti servono ai piedi di Prati di Tivo? Non saprei, se Pogacar si mette in testa di vincere non ne bastano nemmeno cinque».

Che effetto ha su di te il suo dominio? Demoralizza o incentiva?
«Personalmente non mi fa paura né mi butta giù. Anzi, la speranza è quella di riuscire a seguirlo, un giorno o l’altro: se salterò salterò, altrimenti prenderò consapevolezza. Ne parlavo coi miei compagni proprio poco fa».

Cosa vi siete detti?
«C’è chi lo critica. E io ho risposto loro: ma se aveste la stessa classe, voi cosa fareste? Io già lo so: proverei a vincere ogni volta che posso».

Hai già deciso se parteciperai al Tour de l’Avenir?
«No, parlerò nuovamente con Amadori dopo il Giro. Sono sincero, se dovessi vincere una tappa rinuncerei all’Avenir: mi sembrerebbe di rubare il posto ad un altro ragazzo italiano che in Francia potrebbe mettersi in mostra come ho fatto io un anno fa».

Reverberi sostiene che con la forma che hai vinceresti il Giro Next Gen in scioltezza.
«Lo ringrazio della fiducia, ma non ci sarebbe niente di scontato nemmeno correndo con gli Under 23. Al Giro Next Gen ci sarà il mio compagno Pinarello, cresciuto molto rispetto ad un anno fa e al quale auguro il meglio. Io, adesso, sono alla corsa rosa dei professionisti ed è qui che voglio mettermi in mostra».