Giro d’Italia, Pogacar: «Ho gestito gli sforzi. Il vantaggio è buono, ma mai abbastanza»

Pogacar dopo la vittoria della prima cronometro del Giro d'Italia
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Non c’è Filippo Ganna che tenga, Tadej Pogacar anche a cronometro è il più forte di questo Giro d’Italia. Lo sloveno arriva ai microfoni dei giornalisti piuttosto “scocciato”, vorrebbe solamente tornare in albergo a riposare, ma la maglia rosa deve onorare i suoi impegni. Tra un sorso d’acqua e l’altro, il leader del Giro d’Italia inizia a raccontare il suo ennesimo grande colpo.

«Durante la ricognizione mi sono accorto di quanto fosse impegnativo il muro finale. Sapevo di non dover arrivare ai piedi della salita scarico, così ho cercato di impostare una crono su due parti».

Partire piano e concludere forte?

«Esattamente. Non avevo riferimenti, mi sono affidato principalmente alle mie sensazioni. Fino al primo rilevamento ho cercato di gestire lo sforzo, senza esagerare. Poi, superato l’intermedio, ho iniziato ad aumentare. La salita l’ho fatta veramente a tutta, infatti sono arrivato al traguardo stremato».

Non sembri stanco.

«Fidatevi, lo sono. La maglia rosa è un impegno importante: dopo la tappa non posso andare a riposare come tutti gli altri. Ho le interviste, l’antidoping, il podio. Però sono felice, questa è l’unica cosa che conta al momento».

Oltre due minuti e mezzo su Martinez, secondo in classifica, dopo solo 7 tappe. Un giro perfetto finora?

«È un buon margine, ma mai abbastanza importante. La strada per arrivare a Roma è ancora molto lunga. Ci sono ancora tante altre tappe, bisogna tenere i piedi per terra e vedere come rispondiamo sulle montagne più impegnative. Correremo vivendo le giornate una dopo l’altra, senza troppi piani».

Domani si arriva in salita, ci proverai ancora?

«Dirlo ora è difficile, dipende da molti fattori. Certo l’arrivo di domani è impegnativo, conosco bene la salita perché a Prati di Tivo ho vinto alla Tirreno-Adriatico. Vedremo come si metterà la tappa e che intenzioni hanno i miei rivali. Mi fido ciecamente dei miei compagni di squadra e ritrovarsi in questa posizione è sicuramente un vantaggio».